
Orientarsi tra le storie
Non abbiamo tutte le risposte, ma ci piace farci domande.
E' possibile decodificare e comprendere tutte le storie che quotidianamente incontriamo?
Presumibilmente no.
Ma provare ad avere un ruolo attivo e consapevole, quando si parla del nostro stare bene, è doveroso.
Ogni volta che leggiamo un romanzo, guardiamo un film, assistiamo ad uno spettacolo teatrale o ascoltiamo qualcuno raccontare, accade qualcosa.
E questo "qualcosa" può arricchirci e aiutarci nel benessere o meno.
Per distinguere le une dalle altre serve avere un atteggiamento attivo, curioso e provare ad osservare cosa ci fanno mentre le viviamo.
I criteri per riconoscere se una storia nutre
Origine
👉 Perché questa storia? Da dove nasce?
Un’urgenza autentica nutre più di un prodotto costruito solo per riempire il tempo o un cartellone.
Motivo
👉 Perché sono qui? Mi hanno invitato o è stata una mia scelta?
La mia disposizione cambia lo sguardo: un rito comunitario nutre appartenenza, un ascolto scelto nutre conoscenza.
Aspettative
👉 Cosa mi aspettavo?
Il nutrimento a volte nasce proprio quando la storia sorprende o ribalta ciò che immaginavo.
Forma
👉 Come è stata raccontata?
Una storia nutritiva non forza emozioni con trucchi o cliché: ti accompagna, ti apre.
Relazione
👉 Che legame ha attivato?
Le storie nutrienti connettono, generano dialogo, condivisione.
Segno
👉 Cosa mi resta? Un pensiero, un ricordo, un cambiamento, o nulla?
Il nutrimento si misura nel tempo: ciò che resta, anche dopo giorni, è il segno che la storia ha davvero nutrito.
Perché queste domande valgono ovunque
Le 6 domande non sono criteri estetici: non servono a dire se qualcosa è “bello” o “brutto”.
Sono lenti relazionali: aiutano a osservare il rapporto tra storia, narratore, ascoltatore e contesto.
Funzionano in ogni ambito narrativo perché ogni storia ha sempre:
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un’origine,
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un contesto di ascolto,
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una forma,
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un effetto,
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un segno che resta o meno.
Per questo sono domande universali e trasversali:
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in ambito culturale come strumenti di analisi e orientamento,
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nelle relazioni personali come strumenti di ascolto e connessione.
Ogni ascolto è unico
Una stessa storia non è mai identica per due persone, né per la stessa persona in momenti diversi.
Dipende dalla nostra storia personale, dal momento che viviamo, dai nostri valori, dal contesto in cui ci troviamo.
Le storie non vivono solo nel testo, ma nella relazione che attivano.
Allenare lo sguardo narrativo
Nei laboratori de Le storie ci fanno queste domande diventano pratica condivisa.
Impariamo a osservare insieme cosa ci accade dentro e fuori mentre viviamo una storia, per distinguere ciò che ci nutre.
Perché una storia che nutre non è solo quella che diverte,
ma quella che ci arricchisce.
→ Vedi i laboratori che usano questi criteri